domenica 28 giugno 2020

RINASCIMENTO RITROVATO A PALERMO


L’Altare di Antonello Gagini, rimontato allo Spasimo, ritrova il  quadro di Raffaello, anche se solo in una (perfetta) riproduzione. 

Così Palermo celebra i 500 anni dalla morte dell’artista tra i più noti al mondo.


Giovedì 9 luglio, dopo 34 anni dal mio ritrovamento, possiamo finalmente ammirare il famoso altare grazie al restauro e il montaggio abilmente curati dall’Ufficio Città Storica del Comune di Palermo. Infine è stata posta sull’altare - per darci l’idea di ciò che in origine videro i palermitani 500 anni fa ossia il dipinto di Raffaello sull’altare del Gagini - una fedele riproduzione del famoso Spasimo di Sicilia realizzata dalla Factum Art a Madrid, grazie a un’idea di Vittori Sgarbi e Bernardo Tortorici di Raffadali.




                 3.7.2020         https://magazine.leviedeitesori.com/rinasce-allo-spasimo-laltare-di-gagini-e-riabbraccia-raffaello/


                 1.7.2020

https://www.ilsicilia.it/laltare-del-gagini-e-uno-spasimo-lungo-cinquecento-anni-intervista-a-maria-antonietta-spadaro/




dettaglio
la firma




Raffaello, Lo Spasimo di Sicilia,
Museo del Prado  Madrid
A Palermo montata un'esatta riproduzione 



Antonello Gagini, Rilievo dell'Altare,
eseguito dopo il mio ritrovamento dei pezzi
nel 1986.  Oggi rimontato allo Spasimo










GdS 28 giugno 2020
GdS del 28 giugno 2020
La copia dello Spasimo di Sicilia nei
laboratori Factum Art a Madrid

sabato 20 giugno 2020

   Ricordando le "Capanne" di Mondello, spazzate via dal Corona virus nell'estate 2020.
   

La spiaggia sepolta dalla capanne

Mitiche!

1986
Ricordo ...

sabato 13 giugno 2020


Oggi, 13 giugno, si festeggia Sant'Antonio da Padova.

Fernando Martins de Bulhões (15 agosto 1195-Padova 13 giugno 1231), di nobili natali, seguace di S. Francesco fu chiamato in vita Antonio (Antonio da Padova o António de Lisboa). Dotato di grande umiltà, per la saggezza, cultura e capacità oratorie fu incaricato dallo stesso S. Francesco dell’insegnamento della Teologia. Quindi viaggiò sia in Italia che in Francia. Fu anche in Sicilia, ma per caso, infatti vi giunse da giovane quando, contratta una malattia in Africa, con un confratello, si imbarcarono per tornare in Spagna. Tuttavia la nave naufragò e la tempesta li trasportò sulle coste siciliane tra Tusa e Caronia. Poi risalirono a piedi l’Italia verso Assisi, dove avvenne il primo incontro con Francesco. Antonio morì a soli 36 anni e dopo meno di un anno fu canonizzato da Papa Gregorio IX, per i suoi innumerevoli miracoli. Nel 1946 Pio XII lo ha inserito tra i Dottori della chiesa col titolo di Doctor Evangelicus per i suoi tanti scritti e l’illuminante predicazione. Scrisse di lui il biografo francese Giovanni Rigauld:
«Resse con lode per più anni il servizio dei frati, e sebbene per eloquenza e dottrina si può dire superasse ogni uomo d’Italia, tuttavia nell'ufficio di prelato si mostrava cortese in modo mirabile e governava i suoi frati con clemenza e benignità… non sembrava affatto superiore (ebbe la carica di Guardiano), ma compagno dei frati; voleva essere considerato uno di loro, anzi inferiore a tutti. Quando era in viaggio, lasciava la precedenza al suo compagno… E pensando che Cristo lavò i piedi ai suoi discepoli, lavava anche lui i piedi ai frati e si adoperava a tenere puliti gli utensili della cucina
Nella foro “La Nave di Sant'Antonio che lo condusse in Sicilia” - Vetrata policroma di Vittorio Cecchi - Chiesa di Sant’Antonio a Terni.

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