mercoledì 20 maggio 2020

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La mia Quarantena persa in una babele di libri 

Il lavoro più fruttuoso della mia clausura domestica (quarantena 2020) è stato indubbiamente il riordino delle mie librerie.
Non è iniziato subito. Nei primi giorni ho goduto all’idea di non dover uscire di casa: erano almeno cinque anni che la mia vita si svolgeva più fuori che dentro le mura domestiche. Impegnata in lavori senz’altro interessanti, di grande soddisfazione, ma che mi avevano debilitato.
Così lentamente iniziò un periodo di calma: leggevo, pensavo, riordinavo le idee, scrivevo senza fretta qualche articolo, ecc.
Poi mi resi conto che negli ultimi decenni avevo accumulato una quantità di libri disposti senza criterio nelle mie varie librerie, perdendone la memoria. Cercare un libro era diventata un’impresa senza speranza di riuscita! Parlo di migliaia e migliaia di libri.
Era giunto il momento di affrontare la situazione: tutti i libri richiedevano la mia attenzione. 
Decisi così di sistemarli, per quanto possibile, per argomento, scrivendone al computer la disposizione in ogni libreria, scaffale per scaffale, … un'impresa mostruosa!
La cosa più entusiasmante è stata riscoprire libri dimenticati: ogni libro è un mondo di ricordi, memorie sepolte (non solo sotto la polvere) ma dal tempo. I libri hanno una memoria propria come qualcosa di vivo: essere ripresi in mano sembrava desse loro una gioia per lungo tempo repressa. Alcuni, cercati per anni, me li ritrovavo in mano e sembravano divertirsi di essere ricomparsi!
Ho ritrovato il bel volume di P. Collins, La visione di una nuova architettura, un regalo a sorpresa di mio padre quando mi iscrissi ad Architettura! Un episodio carissimo dimenticato. 
E così, libro dopo libro, i ricordi riaffioravano col loro carico di emozioni: dediche, biglietti, momenti particolari, incontri, ma anche libri che mi avevano appassionato, ecc. Trovai libri (dimenticati) sull’oreficeria medievale fatto che mi ha riportato ai lontani anni 70 quando frequentavo assiduamente la casa di Maria Accascina. La conobbi con gli amici dell’Anisa, quando nel 1973 iniziai il mio lungo percorso di docente di Storia dell’Arte al Liceo Classico. La studiosa amava organizzare riunioni festose raccogliendo amiche e amici, per lo più storici dell’arte. Ben presto cominciò a chiamarmi per essere aiutata nel suo lavoro di ricerca: aveva sempre in corso studi di estremo interesse. Poiché dal 1977 io facevo la spola tra Palermo e Milano (mio marito lavorava da ingegnere all’Eni di San Donato Milanese mentre io insegnavo a Palermo), Maria Accascina mi utilizzava per portare da suoi amici a Milano libri o dipinti. Poi mi sollecitò a studiare le preziose opere di oreficeria medievale conservate al Museo Poldi Pezzoli di Milano: lei era grande esperta di arti applicate. Naturalmente iniziai a frequentare quell’affascinate museo, le cui opere medievali in smalto erano stupende, ma purtroppo la sua scomparsa nel 1979 mi bloccò. In verità, sebbene mi piacesse quel tipo di ricerca, non era proprio il mio campo d’indagine, infatti negli anni milanesi fui molto più attratta dal mondo dell’architettura e del design, che allora viveva una stagione felicissima: tutto testimoniato dall’enorme quantità di libri su tali argomenti… Seguono i libri su Palermo, quelli di storia e critica d’arte, di didattica museale e dei Beni Culturali e soprattutto volumi d’arte. Naturalmente non manca la letteratura e argomenti di varia cultura. E poi riviste e molto altro ... e
il lavoro è ancora in corso...

... intanto le mie orchidee si danno da fare a incantarmi!


domenica 10 maggio 2020

lunedì 4 maggio 2020




Le Vie dei Tesori

Ti racconto un tesoro ...

Ho raccontato il monumento equestre a Giuseppe Garibaldi, opera del 1891 di Vincenzo Ragusa, in via Libertà; in particolare la sella "americana" del cavallo del generale ...

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