martedì 12 febbraio 2019


Intervista di Maria Antonietta Spadaro a Mercedes Auteri, tra le autrici del libro per bambini La città dell’Elefante, un percorso fantastico nella città di Catania


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La nascita di un libro dedicato all’infanzia è un’occasione da non sottovalutare. In particolare un racconto che invita i piccoli a conoscere la propria città: e proprio qui in Sicilia! L’isola ammirata e celebrata per le sue bellezze naturali e per lo sterminato patrimonio di Beni culturali, ma che inspiegabilmente non è quasi del tutto considerata proprio nelle scuole, dove i libri di testo si limitano a far studiare solo le opere d’arte di regioni quali il Lazio, la Toscana e il Veneto, penalizzando gran parte del resto della penisola. Si tratta di quello che ho più volte definito un “crimine pedagogico” in quanto crea discriminazioni assurde e sbagliate, impostando una storia dell’arte del nostro paese sulla base dell’interpretazione data nel sec. XVI da Giorgio Vasari. Nulla in Italia è successo dopo di lui, dal punto di vista metodologico, didattico e pedagogico?
Vasari non scriveva per le scuole: noi parliamo di manuali scolastici non di testi scientifici destinati ad altro genere di fruitori! La conoscenza del luogo in cui si vive è l’esperienza più formativa per dare ai giovani la consapevolezza della storia e delle proprie radici.
Questo libro, scritto a più mani e ben illustrato, affronta la narrazione della città etnea in modo fantastico in tutti i sensi! Di seguito diamo voce ad una delle autrici, Mercedes Auteri, esperta di museologia e didattica dei Beni culturali, catanese ma formatasi, oltre che in Italia, in Svizzera, Francia, Tunisia, Irlanda, Stati Uniti e Messico. Attualmente vive e lavora a Milano.


Com’è nato questo libro sulla storia di Catania raccontata ai bambini che, tra gli altri, ha il pregio di tenere conto di aspetti di grande attualità come l’integrazione, l’accoglienza, l’inclusione?

L’idea di questo libro venne alla mia cara amica Giamina Croazzo quando eravamo all’università, in tempi in cui le migrazioni, l’integrazione, l’accoglienza, l’inclusione non erano ancora l’emergenza che sono diventate oggi. Sapevamo bene già, però, quanto rappresentassero l’origine stessa della storia dell’uomo, della vita, del viaggio. Lei aveva pensato di affidare a una bambina catanese, Gloria, e a un bambino tunisino, Amir, fuggito a una dittatura e che viene a vivere a Catania, il racconto della storia della città. Un incipit bellissimo, pieno di speranza. Quando la Splen Edizioni ha creduto e finanziato il nostro progetto, grazie all'intervento di Bianca Caccamese, amica di Giamina, si è messa insieme questa squadra di autrici, mamme con competenze trasversali: di promozione di attività di qualità per famiglie attraverso un portale web che si chiama Kids Trip (Bianca), in archeologia e guida turistica sul territorio (Valeria Di Loreto), storiche dell’arte con esperienze in didattica museale (Giamina ed io). A me è toccato ideare l’intreccio che ho pensato dovesse veicolare un messaggio importante di responsabilità verso il bene comune, cercando di raccontare la nostra città attraverso il gioco e una narrazione fantastica di cui Catania sembrava musa perfetta.

Era importante narrare la città attraverso una storia fantastica, immaginando percorsi che portassero a scoprire le sue vicende storiche, spesso sconosciute anche agli adulti?

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Nelle vicende storico artistiche della città di Catania c’era già una perfetta commistione di spunti reali e fantastici, mi è bastato unirli come i puntini di una costellazione, per esempio: la composizione della Fontana dell'elefante di Piazza Duomo del Vaccarini che ricalca quella del Bernini di Piazza Minerva a Roma, ispirata alla "Hipnerotomachia Poliphili", un testo alchemico rinascimentale che parla di un sogno iniziatico proprio come il nostro, parallelo; l'associazione dell'elefante (Liotru) al mago Eliodoro, un vescovo negromante osteggiato dalla chiesa cattolica perché vicino alla comunità ebraica e conoscitore della Cabala; l'apertura di Federico II alle altre culture e alla comunità ebraica di origine araba che lavorò al Castello Ursino, dove ho pensato di collocare un avo di Amir per fargli trovare una pergamena dove scopre di essere un "predestinato"; la perenne lotta tra il Bene e il Male, dove buoni e cattivi si mescolano per affidare ai giovani la scelta di una Catania e di un futuro migliori. La scoperta del patrimonio artistico e le mille avventure del viaggio di conoscenza diventano un percorso iniziatico che porterà i protagonisti e i lettori ad evolversi, a cambiare, a giungere diversi alla fine del libro. Una fine che è solo un inizio e che ci aiuta a comprendere che senza conoscere l'arte e la storia, le proprie origini, le commistioni di popoli che hanno fatto di noi quello che siamo oggi, non può germogliare la bellezza, la solidarietà, il senso civico, il rispetto del prossimo e dell’ambiente.

Le famiglie e la scuola devono fare conoscere il luogo in cui si vive, facendo parlare i monumenti e le vie che tutti attraversano (senza vederli): è il primo passo per costruire una coscienza civile consapevole. Questo libro potrebbe essere per gli educatori un importante strumento. Che ne pensi?

Il patrimonio artistico è un racconto fantastico ad ogni latitudine. Dalle origini ai giorni nostri, in ordine cronologico, perché anche gli studenti delle scuole apprezzino le conseguenze della Storia, si susseguono monumenti e personaggi illustri che insieme a Gloria e Amir riveleranno l'anima profonda della nostra città, i suoi odori, i suoi colori, i suoi sapori, i suoi segreti. Si comincia dalla Collina di Montevergine dove i calcidesi adagiarono la Catania greca e si continua con l'Anfiteatro Romano che era uno dei più grandi mai costruiti, passando per il Castello Ursino e i suoi simboli misteriosi, la Cattedrale e il tesoro di Sant'Agata, il Monastero dei Benedettini e la Biblioteca Ursino Recupero, Palazzo Biscari che fu il primo museo d'Europa, il Teatro Massimo e i giardini della Villa Bellini dove tutti torniamo bambini. Questo racconto di accoglienza e integrazione di cui la nostra isola è stata esempio nei secoli è pensato per le nuove generazioni con una trama archetipica e ricca di suspence e colpi di scena. È una guida - gioco ideata per i catanesi ma anche per chi viene da fuori e vuole conoscere meglio la “città dell’elefante”, divertendosi (che è il modo migliore di imparare). Infatti, alla fine di ogni capitolo c'è un'attività da fare da soli, in classe o con la famiglia. E alla fine ci sono tre itinerari, con mappa originale disegnata dalla bravissima illustratrice Alice Caldarella, da usare insieme ai genitori o agli insegnanti per esplorare i luoghi del libro. L'auspicio è che il libro finisca nelle mani dei bambini di tutta Catania e... di tutto il mondo. Che questi bambini costruiscano "nuove" città. Per questo segnalo ai docenti delle scuole le iniziative di promozione alla lettura avviate dall'editrice (http://www.splen.it/prodotto/la-citta-dellelefante/) e alle famiglie i pomeriggi di lettura organizzati da Officine Culturali al Monastero (http://www.officineculturali.net/news/767-il-piccolo-club-di-lettura.htm) e i laboratori che pubblicizzerà Kids Trip (https://www.kidstrip.it/la-citta-dellelefante-e-qui/).



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